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Feltri RIDICOLIZZA Schlein in Diretta: Del Debbio RIDE A CREPAPELLE e il Pubblico è in DELIRIO!

Feltri RIDICOLIZZA Schlein in Diretta: Del Debbio RIDE A CREPAPELLE e il Pubblico è in DELIRIO!

LOWI Member
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Un’arena televisiva che si trasforma in un teatro dell’assurdo, o forse, della più cruda realtà. Un confronto infuocato in diretta nazionale, una leader politica all’attacco e un veterano del giornalismo che, senza alzare la voce, la ridicolizza fino alle lacrime. Del conduttore. È successo l’incredibile nello studio di Dritto e Rovescio, il talk show condotto da Paolo Del Debbio su Rete 4, in una scena che è già diventata un cult assoluto del web.

Da una parte, Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, nel suo ormai classico ruolo di oppositrice assertiva. Dall’altra, Vittorio Feltri, giornalista di lungo corso, ex direttore di Libero, noto per la sua lingua tagliente e un’allergia conclamata al politicamente corretto. In mezzo, un Paolo Del Debbio che assiste a uno spettacolo che travolge lo studio, al punto da non riuscire a trattenere le risate, scoppiando in un’ilarità fragorosa e incontenibile che contagia l’intero pubblico, lasciando la leader PD impietrita.

Il dibattito si apre con la consueta agenda politica. Elly Schlein prende la parola e lancia l’ennesima, dura bordata contro il governo Meloni. Il suo stile è quello che abbiamo imparato a conoscere: un misto di accuse mirate e appelli alla piazza. Critica la gestione migratoria, attacca la riforma della giustizia e bolla le misure economiche come regressive. Parla con decisione, scandisce le parole, si rivolge alle telecamere come se fosse in piena campagna elettorale, utilizzando slogan ben rodati.

L’atmosfera è quella solita dei talk show, finché Del Debbio, con un tempismo teatrale, decide di cambiare le carte in tavola. Invece di dare la parola a un politico della maggioranza per la solita replica, chiama in causa Vittorio Feltri. Il clima nello studio cambia all’istante. Si fa teso, elettrico. Tutti sanno che Feltri non è un interlocutore come gli altri. È il “cane sciolto” per eccellenza, imprevedibile, caustico, temuto.

Feltri prende la parola. E qui, la scena cambia registro. Con la sua consueta calma glaciale, quasi annoiata, inizia a smontare, pezzo per pezzo, l’intero castello accusatorio della Schlein. Non urla, non si agita. Usa l’arma più letale: l’ironia tagliente, il sarcasmo vestito da analisi.

Parte dalla questione migratoria. “Parlare di emergenza umanitaria senza mettere in conto i limiti strutturali di accoglienza dello Stato italiano è da irresponsabili”, afferma, con un tono che non ammette repliche. Prosegue sulla riforma della giustizia, liquidando le paure della sinistra: “L’idea che la separazione delle carriere sia un attacco alla democrazia è semplicemente ridicola. La verità è che Schlein e i suoi difendono uno status quo che ha già dimostrato tutti i suoi limiti”.

La segretaria PD inizia a mostrare segni di nervosismo, ma il colpo di grazia deve ancora arrivare. Feltri attende il momento perfetto. Mentre la Schlein insiste sull’emergenza salariale e sulla difesa dei poveri, il direttore la fissa e, con una pausa studiata, sgancia la bomba retorica: “Schlein parla di poveri, di emergenza salariale… ma in Parlamento non ha mai sostenuto una sola proposta credibile che aiutasse davvero chi lavora. Le sue sono solo chiacchiere da salotto radical chic”.

È l’apocalisse. In quell’istante, la televisione smette di essere un dibattito politico e diventa un’arena di confronto autentico, quasi brutale. La prima reazione, inaspettata, è quella di Paolo Del Debbio. Il conduttore, solitamente abile nel gestire anche gli scontri più duri, viene travolto. Non riesce a trattenersi. Abbassa la testa, le spalle sussultano, e infine esplode in una risata fragorosa, irrefrenabile, a crepapelle.

La sua reazione è il detonatore. Il pubblico in sala, vedendo il conduttore piegato in due, capisce che il muro dell’ufficialità è crollato. Parte un applauso scrosciante, che si mischia a risate e grida di approvazione. La telecamera stacca su Elly Schlein: è immobile, l’ombra di un sorriso tirato che non riesce a mascherare l’imbarazzo totale. È stata colpita e affondata, non da un avversario politico, ma da un giornalista che l’ha ridicolizzata dipingendola come una predicatrice fuori dalla realtà.

La scena, diventata virale in pochi minuti, è un momento catartico. La reazione del pubblico in studio e quella, successiva, sui social network, non lascia spazio a dubbi. In molti hanno percepito le parole di Feltri non solo come un attacco alla Schlein, ma come uno sfogo liberatorio contro un certo tipo di retorica politica, percepita come vuota, paternalistica e distante dai problemi reali. Non è più una questione di destra o sinistra, ma di linguaggio. Il linguaggio diretto, senza ambiguità e senza filtri di Feltri ha fatto centro.

Vittorio Feltri incarna un tipo di giornalismo che ormai è quasi estinto. Lo si può amare o odiare, non ci sono vie di mezzo. Ma in un’epoca in cui la comunicazione politica è spesso annacquata, controllata fino alla noia e infarcita di “non detti”, lui resta fedele alla sua linea: dire ciò che pensa, senza temere le conseguenze. E, che piaccia o no, in quell’intervento ha dato voce a ciò che molti pensano e pochi hanno il coraggio di esprimere così apertamente.

La replica di Elly Schlein, dopo che Del Debbio è riuscito faticosamente a ricomporsi, è stata timida, quasi scolastica. Ha tentato di rientrare nel discorso citando alcuni dati economici, provando a riportare il dibattito sul binario tecnico. Ma il momento era irrimediabilmente passato. L’incantesimo era rotto. Feltri aveva spostato l’asse del confronto dal politico al culturale, dal programma al personaggio. E da quel punto in poi, ogni parola della segretaria PD è stata accolta con freddezza, quasi con sufficienza.

Questo episodio, al di là dell’ilarità, è una lezione magistrale su come funziona la televisione. I tempi, le pause, l’intonazione. Feltri non ha solo parlato: ha dominato la scena, ha usato il silenzio e la risata del conduttore come armi. In termini politici, l’episodio rafforza indirettamente l’immagine di Giorgia Meloni, che viene difesa a spada tratta da voci autorevoli del mondo dell’informazione. Al contempo, evidenzia in modo impietoso le difficoltà comunicative del Partito Democratico, ancora alla ricerca di un linguaggio che sia incisivo senza risultare artificiale.

Elly Schlein ha carisma, ma ha dimostrato ancora una volta di mancare della capacità di reagire in tempo reale ai colpi verbali più pesanti, specialmente quando escono dai binari del confronto politico tradizionale.

Che si sia d’accordo o meno con le opinioni espresse da Feltri, una cosa è certa: la televisione italiana continua a regalarci siparietti surreali che faranno discutere per settimane. E mentre la segretaria del PD torna a casa leccandosi le ferite di una serata mediatica disastrosa, Vittorio Feltri si gode l’ennesima vittoria da provocatore, lasciando tutti senza parole. Compreso un Del Debbio ancora dolorante per le troppe risate.