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Feltri Esasperato ESPLODE Contro la Boldrini: “ADESSO HAI ROTTO I COGLIO..!”

Feltri Esasperato ESPLODE Contro la Boldrini: “ADESSO HAI ROTTO I COGLIO..!”

kavilhoang
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Se pensavate di aver visto tutto nel circo mediatico della politica italiana, preparatevi a ricredervi.

Quello che è andato in scena negli studi di “L’aria che tira” su La7 non è stato un semplice dibattito, ma un vero e proprio scontro tra placche tettoniche, un terremoto verbale che ha visto protagonisti due pesi massimi, anzi, due opposti inconciliabili: Vittorio Feltri e Laura Boldrini.

Il tema era di quelli che scottano: il caso di Ilaria Salis, la cittadina italiana detenuta in Ungheria e mostrata al mondo in catene, come un animale in gabbia. Un’immagine che ha fatto il giro del globo, indignando le cancellerie e scuotendo le coscienze.

Ma laddove Laura Boldrini vedeva una violazione inaccettabile dei diritti umani, Vittorio Feltri ha visto l’occasione per lanciare una delle sue provocazioni più incendiarie.

L’Esplosione di Feltri: “Non Rompere…”

L’atmosfera nello studio era già elettrica, carica di quella tensione che precede la tempesta. David Parenzo tentava di governare il traffico, ma quando Feltri decide di accelerare, non ci sono freni che tengano.

Mentre la Boldrini cercava di argomentare sulla necessità di un intervento istituzionale per difendere la dignità della connazionale, il fondatore di Libero ha deciso di far saltare il banco.

Con una veemenza che ha lasciato di sasso i presenti (e gli spettatori a casa), Feltri ha tuonato: “Non rompere i c***i a Orban per questa cosa! Che si arrangi lui nel suo paese!”. Una frase che è piombata nello studio come un macigno, spazzando via ogni parvenza di diplomazia.

Non era un’opinione, era un’invettiva. Un rifiuto categorico di ingerenza negli affari di uno stato sovrano, espresso con quel linguaggio crudo, “da osteria”, che è diventato il marchio di fabbrica del giornalista bergamasco.

“Se l’è Cercata”: La Colpa e la Pena

Ma Feltri non si è fermato all’insulto istituzionale. Ha affondato il coltello nella piaga, toccando il punto più sensibile della vicenda: la responsabilità personale. “Se la ragazza non fosse andata a picchiare qualcuno, non succedeva niente”, ha aggiunto, con una logica spietata.

In questa frase c’è tutto il “Feltri-pensiero”: un pragmatismo brutale che non ammette sfumature. Per lui, la catena di eventi è semplice: azione e reazione. Hai commesso un errore? Paghi. Le condizioni della detenzione, le catene, l’umiliazione? Dettagli secondari rispetto al fatto originario.

È una visione che fa orrore ai garantisti, ma che – inutile negarlo – intercetta la pancia di una parte del Paese stanca di quella che percepisce come l’impunità o il vittimismo di certe aree politiche.

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Boldrini: L’Indignazione e la Difesa dei Valori

Dall’altra parte della barricata, Laura Boldrini è apparsa visibilmente scossa. Per l’ex Presidente della Camera, le parole di Feltri non erano solo un’opinione diversa, ma un attacco ai fondamenti stessi della civiltà giuridica.

La sua reazione è stata veemente: ha cercato di sovrastare le urla del giornalista, richiamando ai principi dello stato di diritto che non possono essere sospesi, nemmeno per chi è accusato di reati gravi.

Boldrini ha tentato di spiegare che un processo giusto e un trattamento umano non sono “regali” da fare ai detenuti simpatici, ma diritti inalienabili di ogni essere umano. Ma le sue argomentazioni, solitamente pacate e istituzionali, si sono infrante contro il muro di gomma del cinismo feltriano.

Era il dialogo tra due sordi: uno parlava la lingua dei principi, l’altro quella della punizione.

Il Benaltrismo di Feltri: “E in Italia?”

Come un pugile che non dà tregua all’avversario alle corde, Feltri ha poi giocato la carta del “così fan tutti”.

Per minimizzare l’orrore delle immagini ungheresi, ha ricordato come anche in Italia, in passato, si siano visti imputati in manette o in gabbia (basti pensare ai processi di Tangentopoli o di mafia).

“Succede anche qui!”, ha insistito, cercando di smascherare quella che lui considera l’ipocrisia della sinistra: indignarsi per Orban ma tacere sulle storture di casa nostra. Una mossa retorica classica, il benaltrismo elevato ad arte, che serve a relativizzare tutto: se tutti sbagliano, nessuno è davvero colpevole.

O meglio, l’indignazione è solo una posa politica.

Uno Specchio del Paese

Caso Salis, Vittorio Feltri una furia contro Laura Boldrini: "Ti piacciono  le gabbie? Va bene ...

Ciò che è andato in onda su La7 non è stato solo “buona televisione” (in termini di share, s’intende), ma una fotografia nitida dell’Italia di oggi. Un Paese spaccato in due, incapace di trovare un terreno comune nemmeno sui diritti fondamentali.

Da un lato c’è l’Italia che chiede “legge e ordine”, che applaude la mano dura e che, sotto sotto, pensa che “se l’è cercata”.

Dall’altro c’è l’Italia dei diritti, che guarda all’Europa, che si indigna per le catene ma che spesso appare distante dal sentire comune di chi vuole solo sicurezza.

Feltri e Boldrini sono le due facce di questa medaglia. E il loro scontro, urlato, sguaiato, senza esclusione di colpi, è la dimostrazione che il tempo del confronto civile è finito. Siamo nell’era del tifo da stadio, dove non conta chi ha l’argomento migliore, ma chi urla più forte.

E in questo, bisogna ammetterlo, Vittorio Feltri è un maestro indiscusso.

Resta l’amarezza per un dibattito pubblico che, invece di analizzare le cause e cercare soluzioni diplomatiche per una connazionale in difficoltà, si riduce a una rissa da bar. Ma forse, è proprio questo che vogliamo vedere.

E voi, da che parte state? Con il cinismo “realista” di Feltri o con l’idealismo ferito della Boldrini? La risposta, come sempre, dirà molto più di noi che di loro.